Eroi

Il racconto Eroi fa parte del libro Le cento care. Variazioni nel tema, di Giuseppe Goisis (Lecce, Musicaos, 2015). Una raccolta di sei racconti: sei universi nei quali l’autore scandaglia lo spazio profondo dell’animo umano, e con la fluidità del linguaggio vero, dolente e ironico insieme, svela il rapporto cruciale fra vita e morte.
Lo spettacolo è teatro intimo, domestico. Da portare ovunque, ma soprattutto nelle case

I testi sono di Giuseppe Goisis. Le note, originali, del pianoforte, sono di Alberto Forino

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Alfòr

Alfòr – Una vita a caso è teatro di narrazione, che prosegue il percorso inaugurato da Eroi, e anch'esso si fa teatro domestico, intimo, di scambio ravvicinato. Seconda tappa di una Trilogia dell'Ordinario. È la storia di un uomo, dalla fine degli anni 60 a qualche anno oltre il presente attuale. ...continua »

Questo nostro lavoro nasce dal fascino di ciò che è “fortuito”, che accade “all'improvviso”, e che alle spalle, per prodursi, possiede invece una lunga storia e una rete infinita di condizioni necessarie.
A volte questi accadimenti, che noi chiamiamo coincidenze/combinazioni, possono produrre effetti e conseguenze importanti; altre volte restano un evento spettacolare a sé, un po' misterioso e fatato, un po' miracoloso e inquietante, curioso. Sempre però, questi accadimenti hanno qualcosa che sorprende, sciocca, fa spalancare occhi e narici, e insinuano il dubbio che qualche disegno/destino ci sia, per noi, per la nostra e per quella di chiunque... vita.

Esòpo scriveva “O müzos deloi oti...”; “la favola insegna che...”
Che il caso vince? La nostra responsabilità è nulla?
No. Tutt'altro.
Qui si dice, racconta e suona che si può essere uomini dotati di uno strumento diverso.
Qui, l'insegnamento, lo strumento diverso, è una consapevolezza umile: quella che noi lottiamo, gioiamo, soffriamo, amiamo, perdiamo, vinciamo, tentiamo, danziamo, eroi di ogni giorno, fino all'ultima oncia della nostra volontà e di quel che sappiamo fare, sull'orlo di un abisso in fondo al quale saremo per sempre incapaci di guardare, e che un giorno, al termine di un Almanacco di Fortuità diverso da quello capitato ad Alfòr, ci accoglierà senza ripescaggi.
Già: a ciascuno spetta il proprio abisso premuroso.”

Giuseppe Goisis ci mette parole e voce. Alberto Zanini le note della sua chitarra.

Favoleggiando

Favoleggiando è un lavoro di narrazione che dimora nel mondo delle favole.
Racconta in parole e suoni, e lo fa per bimbi, sì, ma pure per adulti rimasti sensibili alla leggerezza e alla fantasia.

Con Giuseppe Goisis, voce e favole, Alberto Zanini e Luca Mazzola, suoni.

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Proteiforme

Favola, romanzo, racconto, reportage, palcoscenico, e note.
Brevi brani, che permettano lunghi viaggi.
Così speriamo.
Proteiforme è uno spettacolo-dimostrazione sulle tecniche narrative.
Un modo di vederle all'opera, e poterne valutare l'efficacia.

Con Alberto Zanini (note) e Giuseppe Goisis (parole).

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Senza sparire

Senza Sparire è un libro edito da Lubrina nel 2011, che raccoglie 42 testimonianze, raccolte da Giuseppe Goisis, di persone anziane, nate prima del 1940, ritratte nelle fotografie di Giovanni Diffidenti.
Provengono, tutte, da un piccolo borgo in provincia di Bergamo (Verdello).
Senza sparire, in scena, sono le note di un pianoforte e le poche parole, lette, dei testimoni. Qualche canto. Qualche gesto appena accennato.
Immagini. Voci.
Un ballo.

Con Alberto Forino (note), Giuseppe Goisis (parole), Alberto Benigni e Sara Baldis (passi).

Questi sono i nomi

Questi sono i nomi è una storia di migranti. Niente di più attuale. Di più storicamente contemporaneo. Il romanzo omonimo da cui è tratta però (Tommy Wieringa, Iperborea 2014) non si lega meramente alla cronaca dei nostri giorni (i fatti sono ambientati in Asia, con scarni riferimenti), bensì risale a una dimensione antropologica dell'errare, accostando la vicenda narrata a quella del popolo ebraico (Questi sono i nomi è il primo versetto del libro dell'Esodo). ...continua »

Lo scorrere degli avvenimenti illustra tratti ancestrali della condizione umana.
“L'erranza”, appunto, che significa commettere errori ed è anche vagare, senza direzione prestabilita. Che è indice della pochezza dell'uomo e al tempo stesso di quanto, nell'uomo, partecipa della volontà di ricerca. Della determinazione a creare, ogni volta, un nuovo inizio.
“Il capro espiatorio”, come meccanismo di sopravvivenza del gruppo.
La scelta spietata fra “egoismo” e “altruismo”, altro bivio morale indispensabile per la necessità di sopravvivere.

L'irriducibilità della “speranza”. Le forme estreme dalla “paura” e del “potere”. I limiti della “ragione”. Il bisogno insopprimibile di possedere un' “identità”.

La trama che in scena si sviluppa è per certi tratti un giallo, e per quanto cupa, dura talvolta, inquietante, non lascia affatto nella disperazione del disincanto, bensì giusto alle soglie di una terra promessa.

Sul palcoscenico pochi segni e poche azioni, la musica (originale) del pianoforte e due voci, che narrano alternandosi e mischiandosi da inizio a fine.

Regia Giuseppe Goisis, musiche Alberto Forino
Con Dario Ferrari, Alberto Forino, Giuseppe Goisis

Se ti abbraccio

In scena, in musica e parole, il libro di Ervas: Se ti abbraccio non aver paura (Marcos y Marcos, 2012)
Storia di un padre e del suo figlio autistico, del loro viaggio dagli Stati Uniti al Brasile, passando per il centro America. ...continua »

“Giuseppe Goisis è in fondo alla sala, si distingue appena nell’oscurità. Accanto a lui Alberto Zanini, chitarra, e Stefano Bertoli, batteria. Ha una voce tenue, dolce, a tratti speziata di note di malinconia. Una voce che tra i ritmi serrati dei due musicisti sbriciola i quattro muri che ci troviamo attorno. Turbina senza affanni e sforzi come le luci di Las Vegas, si attorciglia sulle viuzze dell’America centrale, si schiude come oceano in fragore.”

“Sono in piedi da più di un’ora eppure è solo adesso che sento le gambe farsi pesanti, vacillare sotto il peso della stanchezza e aver bisogno di riposo. Proprio ora che lo spettacolo è finito e mi ricordo di essere in questo universo sbattendo le mani l’una contro l’altra.
Pur essendo a Scanzorosciate, siamo stati catapultati nel viaggio dell’ultimo libro di Fulvio Ervas, perdendo totalmente la contemporaneità e scorrazzando, soli e in gruppo, tra le highways che tagliano come rasoi le sterminate pianure Nord Americane.”

(L'eco di Bergamo)

Alla batteria Stefano Bertoli, alla chitarra Alberto Zanini, alla lettura Giuseppe Goisis.

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